Itinerari Religiosi e Turismo Sacro

itinerario religioso amore misericordioso eucaristico

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L’Itinerario dell’Amore Misericordioso e Eucaristico, è legato alla figura e all’opera di Madre Speranza Alhama Valera (1893-1983), fondatrice del complesso religioso, che domina la Valle del Naia dall’alto di Collevalenza di Todi.

Il Santuario di Collevalenza, uno dei principali luoghi del turismo religioso in Umbria, può essere debitamente inserito fra il Tempio della Consolazione di Todi, la Cattedrale di Orvieto e il Santuario di Bolsena, quale tappa centrale del proposto Itinerario.

Dalla cattolica Spagna proviene questa splendida figura di fondatrice di Congregazioni religiose, oggi rigogliose famiglie distinte in sei modalità di appartenenza. Maria Giuseppa Alhama Valera, prima di nove figli, nacque a Santomera (Murcia, Spagna) il 29 settembre 1893; il padre José Antonio era un bracciante agricolo e la madre Maria del Carmen, casalinga. Su consiglio di un "vicino di casa", la piccola Maria Giuseppa fu affidata al parroco di Santomera, don Manuel Allaga, il quale, notate le straordinarie potenzialità della bambina, si prodigò al limite delle proprie capacità, per "istruirla alla vita". Maria Giuseppa rimase con la famiglia di don Manuel sino a 21 anni, quando partì per "farsi religiosa". Era il 1914. Dopo una prima negativa esperienza fra le suore addette agli ammalati, su consiglio del vescovo di Murcia, Maria Giuseppa entrò nell’Istituto delle Figlie del Calvario, fondate nel 1863; qui, il 15 agosto 1916, emise i voti assumendo il nome di Speranza di Gesù Agonizzante. Questa Istituzione, però, composta di sette suore anziane, presentava incerte prospettive per il futuro, per cui, nel 1921, si decise per una fusione con le Religiose dell’Immacolata o Missionarie Claretiane, fondate nel 1855 da S. Antonio Maria Claret, anch’esse dedite all’educazione cristiana. Dopo un corso di esercizi spirituali, il 19 novembre 1921, cinque suore, tra le quali Speranza di Gesù, emisero i voti perpetui; Speranza di Gesù mutò il nome in Esperanza di Santiago. La religiosa trascorse in questa Congregazione nove intensi anni, svolgendo diverse mansioni, quali: sacrestana, portinaia, economa, assistente delle bambine. In quegli anni si accentuarono in lei fenomeni non comuni, che attiravano l’attenzione delle consorelle e di personalità spagnole ed estere; fu così affidata alla guida dei più noti direttori spirituali dell’epoca. S. Teresa del Bambino Gesù, apparsale "in visione", esortò madre Speranza a diffondere nel mondo la devozione all’Amore Misericordioso; la religiosa, pronta ad "obbedire", collaborando con il domenicano padre Juan González Arintero, iniziò a diffondere detta devozione. Il 30 novembre 1921, madre Speranza si trasferì nella casa di Vicalvaro-Madrid; l’anno successivo iniziò ad accusare seri problemi di salute: una sofferenza che non le dava tregua e fu più volte in punto di morte. Nel 1930 lasciò le Missionarie Claretiane, per adempiere l’idea di avere una Casa propria, dove poter svolgere, senza restrizioni, la sua missione verso i poveri. Prima fondò il collegio di “Nuestra Señora de la Esperanza”, a Madrid; successivamente, consigliata dal suo direttore spirituale, dette vita a nuove Congregazioni. Nel Natale del 1930, nella povertà più assoluta, dette inizio, in forma privata, alla fondazione delle “Ancelle dell’Amore Misericordioso”; nel 1931 creò il primo collegio a Madrid, a cui, con ritmo impressionante, seguirono altre Case in diverse regioni della Spagna. Le “Ancelle” annunciavano l’Amore Misericordioso attraverso la carità, dedicandosi all’assistenza domiciliare dei molti poveri, e all’accoglienza di anziani e disabili. Il 6 gennaio 1935, l’Istituto fu eretto a Congregazione diocesana dal vescovo di Vitoria; nel maggio 1936, la fondatrice madre Speranza, insieme a una insigne benefattrice, si recò a Roma per aprire una Casa in via Casilina, zona tra le più povere della città. Tra il 1936 e il 1941, mentre in Spagna infuriava la Guerra Civile con molti martiri religiosi, l'Istituto delle “Ancelle dell’Amore Misericordioso” venne investito dall’acerba opposizione di vescovi e sacerdoti spagnoli, i quali giunsero ad accusare e a calunniare la fondatrice, invocando la sua rimozione da Superiora generale. Il 6 agosto 1940, madre Speranza fu chiamata dal Sant’Uffizio, per rispondere sull’ortodossia della dottrina dell’Amore Misericordioso, sulla sua condotta e sulla veridicità e natura dei particolari fenomeni a lei attribuiti. Il 10 aprile 1941 il Sant’Uffizio accolse la Congregazione sotto la sua diretta protezione, lasciando a madre Speranza il titolo di Superiora generale e la possibilità di formare suore, mentre alla Vicaria generale venne affidato il governo dell’Istituzione. Madre Speranza accolse il provvedimento con spirito di sottomissione e ubbidienza, esortando le sue consorelle a fare altrettanto; più tardi venne destinata alla Casa di Roma, dove lavorò come una semplice suora. Scagionata dalle false accuse, durante la Seconda Guerra Mondiale la religiosa intensificò la diffusione del messaggio della Misericordia di Dio; avviò un laboratorio di cucito, per aiutare, con i proventi, i bisognosi e per accogliere gratuitamente molti bambini poveri. Era, quello, un periodo tristissimo, caratterizzato da bombardamenti, paure, fame, lutti; madre Speranza accolse i rifugiati politici, nascose nei sotterranei i soldati allo sbando, sfamò chi aveva perso tutto; aprì una nuova mensa, con l’aiuto della Provvidenza; in quei tempi, stando alle cronache, la religiosa, oltretutto, giungeva ad accogliere oltre mille persone al giorno. Il 15 agosto 1951, realizzando un suo annoso "sogno", fondò la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, il cui compito era quello di sostenere i sacerdoti del clero secolare in spirito di comunione. Tre giorni dopo, il 18 agosto 1951, madre Speranza si trasferì a Collevalenza in Umbria, dove fondò una Comunità di Ancelle e Figli dell’Amore Misericordioso; fratelli e sorelle, figli della stessa madre, con lo stesso spirito e carisma, sempre pronti ad aiutarsii reciprocamente. Nel Capitolo del 1952, madre Speranza di Gesù fu confermata Superiora generale, e tale rimase fino al 1976, quando venne nominata Madre generale "ad honorem". A Collevalenza concretizzò l'ennesimo suo desiderio: l'edificazione del Santuario dell’Amore Misericordioso, che con le "Opere" annesse, testimonia e fa conoscere a tutti che "Dio è un Padre che ama, perdona e accoglie i suoi figli". Qui madre Speranza, apostola di quest’Amore, accoglieva e riceveva oltre cento persone al giorno, ascoltandole una alla volta, consolando, consigliando e infondendo speranza. Papa Giovanni Paolo II, il 22 novembre 1981, recandosi a visitare il Santuario di Collevalenza, incontrò questa autentica "eroina" di Dio. Madre Speranza morì l’8 febbraio 1983. La causa per la sua beatificazione fu introdotta presso la diocesi di Orvieto-Todi il 24 aprile 1988; il 23 aprile 2002 è stata dichiarata venerabile. La salma della religiosa riposa nella cripta del Santuario, circondata dalla venerazione dei suoi figli e figlie spirituali e dei copiosissimi pellegrini.